Buondì, qui è QueerWolf che vi parla scrive (ho bisogno di altro risposo). E’ lunedì mattina e nonostante un po’ di stanchezza mentale emotivamente siamo ancora caricatə a mille dall’esperienza della Global Game Jam, e vorrei condividere qualche riflessione con voi. Come sempre, qui parlerò della parte di narrative e game design, lasciando a LazyFox i commenti sulla sua esperienza di game design e le sue lotte con e contro Unity.
Com’è nato il concept di Non-binary?
Il tema della Global Game Jam di quest’anno era “Dualità”. La prima cosa che ho detto a LazyFox è che volevo evitare una conflittualità interiore: spesso quando si racconta la dualità si mette al centro la tensione interiore tra due elementi non compatibili. Sono dell’idea però che essere complessə e contraddittoriə sia nella natura umana, e che le tensioni non vengano dal dentro ma da un fuori che ci chiede di essere una sola cosa. E’ una prospettiva che viene dall’essere queer, dai dubbi sull’identità di genere, da persona non monogama. L’idea originale è partita da qui, ma poi durante la presentazione della cellula bolognese della GGJ, ASCARI ha parlato di Ranma 1/2 e ha iniziato a dire cose in un modo così accogliente che come l’incontro è finito abbiamo proposto una collaborazione, e da Ranma alla binarietà il passo è stato minimo.
Creazione
La prima domanda a cui abbiamo dovuto rispondere è stata: quale meccanica può rappresentare l’esperienza che vogliamo raccontare?
Una delle rotture di c difficoltà dell’uscire dalla binarietà, è non avere un lessico adeguato per capire ciò che sai e sei, e per comunicarlo al mondo. LazyFox ha avuto l’intuizione (per me geniale) di partire dal concept dei bullet hell per raccontare sia la pressione a schierarci sempre in un ruolo preciso, sia il costo del compromesso richiesto: diventare invisibili a noi stessə.
Messa questa meccanica al centro, abbiamo ragionato tuttə assieme per capire come far sì che meccaniche, testi ed elementi grafici si alimentassero a vicenda.
Abbiamo fatto del non avere unə graficə nel gruppo una risorsa, puntando su figure essenziali che narrassero esplicitamente la prospettiva del gioco.
Testi
In una prima fase l’idea era di concentrarsi su dialoghi che non riguardavano Pallinə, per mostrare la pressione sociale come qualcosa di esteso e sistemico. L’idea era quindi di far camminare lə giocatricə per strada, far ascoltare spezzoni vari di dialogo e da lì far scattare il trigger che porta al momento bullet hell.
Come succede il 99% delle volte quando si crea qualcosa, da ciò che si decide in fase di ideazione a ciò che succede quando scrivi cambia tutto. Influenzatə dalle musiche preparate da ASCARI che ho messo a ruota in cuffia, continuavano ad uscirmi scene in cui a Pallinə veniva richiesto di essere qualcosa, di schierarsi, di non fluttuare tra uno spazio e l’altro del genere. Abbiamo concordato che meccanica e testi si sarebbero alimentati ancora meglio, e ho continuato in questa direzione. Questo ha richiesto però di passare da un’esperienza generica a qualcosa di più specifico, perché le pressioni che vivono le persone AFAB ed AMAB sono diverse. I testi così sono raddoppiati, yuppy!
Ammetto di non aver dato il meglio. Sono dell’idea che quando facciamo le cose d’istinto si attivi in un noi una cosa che chiamo livello zero, che è tipo il pavimento dove si trovano tutti i nostri punti di forza e di debolezza. Una delle mie debolezze (grazie anche al disturbo d’ansia) è nella convinzione di essere in lotta contro il mondo. L’intervento di ASCARI mi ha aiutato a rendere lə due Pallinə meno vittime delle circostanze. Sicuramente ci sarà un Non-binary 2.0, e a quel punto i testi saranno all’altezza del progetto (poi in quel momento penserò di aver fatto di nuovo schifo, ovviamente XD).
Dialogo
Ora, di tante cose belle di questi due giorni di creatività, la collaborazione con ASCARI si è rivelata probabilmente la migliore. Ero partitə con l’idea di lavorare solo con LazyFox, perché già il disturbo d’ansia avrebbe incasinato la fase creativa e l’idea di mediare con una persona esterna mi agitava da settimane. E invece ASCARI ha reso tutto questo molto naturale.
Da tempo sognavo di poter chiacchierare con qualcuno, condividere idee ed esperienze e trasformare questo dialogo in una storia. ASCARI ha portato una serie di esempi su come la società faccia pressione per controllare e conformare un corpo percepito come femminile, e man mano sono arrivate frasi, ricordi, abbiamo scelto assieme il tema delle tre scene. E’ stato un momento per me magico. Sono convintə che ogni tipo di scrittura sia una collaborazione (a me ‘sta cosa del nome dellə autricə sulla copertina convince sempre poco, ma è un’altra storia), e questa lo è stata dall’inizio alla fine. Tutto il progetto in toto ha fatto si che, a prescindere dalle aree di competenza, ci alimentassimo a vicenda. Ho i lucciconi anche ora a pensare a questa cosa.
Strumenti
Per gestire i testi ho usato Ink di Inkle. L’ho sfruttato al minimo delle sue capacità (giusto alcuni if/else e qualche knot e stitch.). Ink si integra alla grande con Unity, ma soprattutto permette a chi scrive di scrivere. Di sicuro in un futuro molto prossimo scriverò un post che sarà una lettera d’amore per Ink ed Inky (ma anche per Inkle, che fa i giochi che vorrei creare), perché credo sia il linguaggio perfetto per chi scrive, soprattutto se passa dallo stendere racconti e romanzi all’occuparsi di narrative design. Ci sono tutte un tot di cose che si vede che son state scelte da gente che crea e non da programmatricə. Questo ci ha permesso tra l’altro di far sì che quando LazyFox ha avuto qualche problema con il testo e Unity, potessi essere parte attiva nella ricerca di soluzioni, invece di osservarlo digitare sulla tastiera come un novello Merlino.
Sorry Twine, ma il nostro è stato solo un amore estivo.
Ok, direi che ho scritto davvero tantissimo, e quindi ti mando un salutozzo. Ad OWOF in toto fa sempre piacere cosa pensi di ciò che creiamo, consapevoli che il nostro viaggio è appena iniziato. Commenta, scrivici, ci fa solo che del bene.
Zampette in aria e alla prossima.
QueerWolf
PS: a breve ci sarà una sorpresa, non sto nella pelliccia!